E-commerce editoriale, il futuro è il modello Blendle?

Nessun commento in content Editing da Redazione Onangel

E se in futuro acquistassimo non più interi giornali, ma i singoli articoli che li compongono? E se in futuro il concetto stesso di quotidiano o di magazine venisse snaturato, per essere rivoluzionato da un approccio sempre più personale e personalistico? A ben vedere, se le questioni sono lecite, è altresì lecito riferirle non più a un ipotetico futuro, bensì all’immediato presente, visto e considerato che c’è già chi permette di acquistare articoli di giornale singoli tratti da alcune delle migliori testate internazionali, dal New York Times al Wall Street Journal, dall’Economist al Time.

Artefice di questa silenziosa rivoluzione è Blendle, una start-up che non a caso viene presentata come l’iTunes del giornalismo e che è appena sbarcata negli Stati Uniti con la sua offerta. Al momento il servizio, che ha un sito web ma anche applicazioni per Android e iOs, è in fase di test per un massimo di 10 mila utenti: se tutto andrà per il meglio, il servizio verrà tuttavia esteso a chiunque. Ma con che caratteristiche?

Stando a quanto è stato finora reso noto, il prezzo va dai 19 ai 39 centesimi ad articolo per i quotidiani e dai 9 ai 49 centesimi per i periodici. Questo è, almeno, il price pagato nei Paesi in cui Blendle è già attivo (nei Paesi Bassi e in Germania, dove hanno aderito testate come lo Spiegel), dove gli utenti registrati sono 650 mila.

Per quanto concerne le modalità di fruizione, Blendle consente di pagare i pezzi con un sistema di crediti prepagati, permettendo – sostengono i più – a chi non ha mai usato i micropagamenti di avere un introito aggiuntivo rispetto agli abbonamenti online. La maggior parte delle testate che vi partecipa, infatti, fa pagare i propri contenuti online con abbonamenti o la vendita di singole copie, mentre il nuovo servizio potrebbe avvicinare lettori che comunque non acquisterebbero un intero pacchetto, per esempio gli utenti più giovani o quelli interessati a specifiche nicchie tematiche, grazie a un servizio veloce e facile.

A rendere ancora più conveniente l’esperimento, per gli editori, è anche il fatto che rendersi disponibili su Blendle non costa nulla. O, meglio, ha un costo variabile a seconda del numero di pezzi venduti (la start up trattiene il 30% dei ricavi), alla pari di quanto fanno gli store per le applicazioni.

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