neologismi del web

Neologismi del web: quando la rete conia nuove parole

Nessun commento in content Editing da Redazione Onangel

Il web ha cambiato inevitabilmente le nostre abitudini: difficile trovare qualcuno che sia rimasto indifferente alla rivoluzione messa in atto dal mondo della rete. Internet, però, da un po’ di tempo a questa parte, sta facendo molto di più: sta cambiando il nostro modo di parlare, di definire noi e le nostre azioni quotidiane.

Sono tante, infatti, le parole entrate nel linguaggio comune della lingua italiana. E senza nemmeno accorgercene poi così tanto. Non ci credete? Vi sfidiamo: leggete questa guida e fateci sapere se anche voi usate questi neologismi del web nella vostra vita quotidiana.

Parole del “passato”

Con l’avvento dei social media, le parole entrate a far parte del nostro gergo comune sono moltissime. Chi di voi non ha iniziato a chattare con il proprio amico su Facebook? Dite la verità: avete anche taggato su Twitter, vero? Queste parole sono diventate talmente tanto di uso comune che non sembrano nemmeno dei neologismi del web. Un altro esempio è “postare”, pubblicare cioè un post su un social. O “loggare”: fare il login in su qualsiasi piattaforma web. Nel nostro linguaggio quotidiano, si utilizzano molto spesso anche avatar, l’immagine del profilo reale o fittizia; o emoji, le classiche faccine che si mettono in un messaggio.

Le nuove parole di tendenza

I neologismi detti in precedenza fanno ormai parte della vita di tutti noi. Tuttavia, ci sono altrettante parole che stanno diventando sempre più di tendenza. Un esempio: googlare. È facile intuire come il verbo derivi da Google. Anche in questo caso, il colosso di Mountain View ha battuto la concorrenza: è stata, infatti, la prima azienda tech ad avere un verbo a suo nome. Googlare, tra l’altro, significa proprio fare una ricerca su Google ed ormai è molto più che un neologismo.

Celebre è anche photoshoppare, e il termine deriva dal celebre programma di grafica Photoshop. Questo verbo, invece, indica la pratica di modificare una foto o un’immagine. Oppure, hashtaggare: davvero difficile da pronunciare, si intende l’inserimento di hashtag su qualsiasi piattaforma social. In ultimo, ma non per importanza, selfie. Immaginiamo abbiate detto anche voi almeno una volta nella vita “Facciamoci un selfie!”. Ebbene, in questo caso, il termine intende lo scatto di una foto effettuata tramite fotocamera interna di un cellulare.

E quelle da smanettoni

Un troll ha flammato il post”… Nel mondo dei forum e dei blog, Il flame è un commento offensivo e ostile, spesso fatto apposta con intento provocatorio per aizzare gli utenti. E gli autori dei flame sono definiti troll. E di termini propri degli smanettoni e dei più navigati navigatori del web ce ne sono ancora altri: killare un processo, ad esempio, significa chiuderlo facendo “termina processo” e interrompendo bruscamente l’azione sul pc. Volete conservare una chat o una foto o qualunque cosa appaia sul display del vostro smartphone? Allora basta screenshottare e la trasformerete in un’immagine.

Ma non finisce qui…

La lingua, si sa, è in costante evoluzione. Infatti, ogni giorno vengono coniate nuove parole, più o meno di tendenza. Tra queste, webete. Il padre di questo neologismo è il noto giornalista Enrico Mentana: il direttore del TGLA7, in un post di risposta ad un commento sul suo profilo Twitter, chiamò webete un utente che lo contestava sulla questione immigrati dopo il terremoto nel Centro Italia.

Il neologismo fece il giro del web, e ben presto divenne un vero fenomeno di discussione. Ma la stessa Accademia della Crusca ci ha messo del suo per quanto concerne i neologismi: in un comunicato stampa del 2016, la famosa Accademia ha voluto dire la sua coniando una propria parola personale: Imwebcilli. Un termine geniale e, perché no, forse anche azzeccato.

Che dite, sarà mica vero che stiamo diventando tutti un po’ webeti e imwebcilli?

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