SEO Copywriting: gli errori da evitare ad ogni costo!
Quando dovete curare i contenuti testuali del vostro blog o del vostro portale aziendale per farlo spiccare sulla SERP di Google, il SEO Copywriting rappresenta la soluzione ad ogni vostro problema. A patto che sappiate cosa state facendo. Dovete infatti sapere che, così come non ci si improvvisa scrittori, allo stesso modo non ci si improvvisa SEO Copywriter: in altre parole, senza una guida che possa condurvi per mano, il rischio di scrivere immani porcherie diventa altissimo e, dunque, molto pericoloso per il vostro brand. E allora sarà il caso di vedere insieme qualche buon consiglio sugli errori da evitare nel SEO Copywriting.
SEO Copywriting: Sì alle keyword, No ai robot
Il fulcro del SEO Copywriting è il posizionamento delle keyword che rappresentano la vostra attività all’interno degli articoli. Ma è il caso che vi liberiate la mente da qualsiasi patologia ansiogena. Buttare alla rinfusa tonnellate di parole chiave in un articolo, infatti, vi causerà solo guai: questo comportamento potrebbe insospettire Google e farvi beccare una pesante penalizzazione, oppure infastidire il lettore per via di una scrittura robotica e priva di senso logico. La soluzione migliore è come sempre una via di mezzo: sì alle keyword, ma solo quando sono necessarie e non rovinano la leggibilità del testo.
Formattazione in svendita
Non c’è cosa peggiore di leggere un articolo pieno di grassetti, CAPS, corsivi, sottolineature e
qualsiasi
altra cosa
l’autore abbia
piazzato in mezzo
per fare brodo.
L’occhio umano, infatti, non tollera tutta questa confusione ed il cervello fatica a connettere, quando la formattazione diventa una mania persecutoria. Certo, il SEO Copywriting ci insegna che il grassetto serve per segnalare a Google le keyword importanti, e per aiutare il lettore a focalizzarsi su una parte del discorso, ma va limitato solo a questi due scopi.
Un testo che sembra un blocco di marmo
Grazie al web avete a disposizione una pagina infinita da sfruttare con il SEO Copywriting: guardate che è (quasi) gratuita, e che lo spazio può anche essere lasciato bianco! Oggi è intollerabile leggere articoli che sembrano blocchi di marmo, senza capoversi né suddivisione in paragrafi: fatelo per voi e per i lettori, e imparate che il discorso fila molto più liscio se darete un po’ di respiro a chi vi legge. E cercate anche di utilizzare gli elenchi puntati: piacciono a Google e aiutano gli utenti a comprendere meglio ciò di cui state scrivendo.