Come cambierà il web marketing nel 2016?
Il 2016 è alle porte, e non è certamente semplice cercare di comprendere e prevedere in che modo si evolverà il web marketing. Qualche traccia è tuttavia possibile anticiparla, visto e considerato che si tratta di percorsi già individuati (almeno in parte) nel corso del 2015, e che tutti gli interessati potranno certamente percorrere con passo sicuro, riponendo in essi i dovuti investimenti e le più congrue attenzioni. Qualche esempio?
A nostro giudizio, il 2016 sarà, ancor di più di quanto avvenuto nel 2015, l’anno del mobile: un trend che sta crescendo di ottimo ritmo da diversi anni, e che nel 2016 saprà certamente affermarsi con ancora maggiore incisività, regalando a tutti i webmarketer che sapranno incentrare sul mobile gli opportuni impegni, sicure soddisfazioni. A proposito di mobile, un comparto ancora parzialmente da scoprire sarà legato ai dispositivi indossabili: il business dei wearable device è già esploso, ma l’accelerazione si sperimenterà solamente dal 2016. Sarebbe dunque opportuno non sottovalutare smartwatch & co., al fine di non perdere un treno sul quale conviene salire dalla fermata di partenza.
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Altro segmento da non perdere di vista – è il caso di dirlo! – è quello dei video. Sono sempre di più le aziende che nel corso del 2015 hanno scelto di comunicare i propri messaggi mediante filmati brevi ma di grande effetto. E sono sempre di più le società che hanno ottenuto incredibili soddisfazioni mediante video semplici, senza grandi effetti, ma in grado di trasmettere in modo concreto e pragmatico il proprio messaggio, rendendolo memorabile e facilmente riconoscibile. Il webmarketing dovrà essere in grado di interpretare tale rinnovata tendenza, e calarla nelle fattispecie più specifiche.
Ulteriore comparto di rilevante interesse, sul quale diverse volte abbiamo parlato anche nel nostro sito, è quello del c.d. native advertising. Un comparto che permette di rispondere in modo efficace a una delle grandi sfide dell’advertising: evitare che gli utenti risultino essere infastiditi dalle pubblicità troppo invasive, e conquistarli mediante strumenti che possano aggirare senza insoddisfazioni i possibili blocchi all’online advertising.
Il native advertising punta infatti a integrare i contenuti pubblici all’interno dei contenuti dei siti internet nei quali è ospitata la pubblicità. Dunque, contrariamente alla tradizionale pubblicità, si tratta di una forma che non infastidisce e non distrae l’utente dalla lettura dei contenuti di maggiore interesse. Naturalmente, il contenuto sponsor sarà indicato con il riferimento dell’inserzionista, ma non genererà particolari reazioni negative agli occhi dell’utente.
E voi che ne pensate? Quali saranno le linee di tendenza del web marketing nel 2016?