E-commerce, mai trascurare i brand internazionali
Chi opera nel commercio elettronico dovrebbe tenerlo bene a mente, soprattutto se opera in settori particolarmente sensibili alle tendenze: chi acquista online, lo fa principalmente puntando alle mode globali, più che al Made in Italy. Dunque, come emerso da una recente ricerca Nielsen, sebbene chi acquista online è utente mediamente attento al made in Italy, ama altresì le marche straniere, soprattutto quando compra abbigliamento o calzature.
In particolare, afferma lo studio Nielsen, le griffe internazionali piacciono al 37 per cento della popolazione; e solo il 25 per cento predilige il «fatto in Italia», mentre il 38 per cento è indifferente all’origine del brand. Non solo: è la stessa analisi a ricordare come la dimensione globale sia sinonimo di servizi o sconti e che i brand globali vengono prevalentemente acquistati online (83 per cento) con l’obiettivo di reperire prodotti oltre confine non disponibili nel negozio di prossimità.
“L’origine di un marchio è un asset fondamentale, sia per le aziende multinazionali sia per quelle locali e può essere giocato come elemento differenziante nelle strategie di marketing” – dichiarava in proposito sul quotidiano Italia Oggi Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen Italia – “Il sentiment rispetto all’origine del brand varia in funzione della categoria di prodotto. Al di là del fatto che sia globale o locale, il marchio che intercetta le esigenze dei consumatori garantendo assortimento e un rapporto qualità/prezzo adeguato risulterà vincente in qualunque tipo di mercato”.
Nielsen informa poi che per il 74 per cento degli intervistati in campione, l’origine di un prodotto è tanto importante quanto altre determinanti che possono condizionare l’acquisto, quali ad esempio l’assortimento, il prezzo e la qualità. Solo il 28 per cento degli intervistati, in particolar modo, si ritiene essere dell’idea che «il made in» sia il fattore principale nella scelta di acquisto. Infine, è stato posto in risalto che i prodotti italiani vengono scelti soprattutto nel comparto alimentare, per frutta, verdura, carne e pesce (+7 punti percentuali rispetto alla media europea), ma anche latte, succhi, conserve e gelati. Il perché è abbastanza chiaro: l’alimentare è uno dei settori più “sensibili” per il benessere e lo stile d ivita, e acquistare marchi locali è – secondo lo studio Nielsen – sinonimo di affidabilità (46 per cento Italia contro il 44 per cento della media Ue) e di vicinanza al consumatore (50 per cento contro una media Ue del 47 per cento).