Commercio elettronico: Italia indietro rispetto alla media UE
L’Italia non è un Paese pienamente sviluppato sotto il profilo digitale. Almeno, così emerge dall’ultimo studio della Commissione Europea, che con il suo Indice di digitalizzazione dell’economia e della società, posiziona il BelPaese al 25mo posto, su 28 Stati, con un punteggio di 0,4.
Stando a quanto sottolinea lo studio, condotto su commercio elettronico, connettività, competenze digitali & co., l’industria italiana potrebbe trarre numerosi vantaggi da un uso più diffuso delle soluzioni business. Tuttavia, pochi sarebbero i progressi effettuati dal nostro Paese in tale ambito, considerato che tutti gli indicatori “bocciano” la Penisola, con la sola eccezione di quanto effettuato in favore proprio dell’e-commerce, il cui peso nel fatturato delle piccole e medie imprese giunge ora a rappresentare l’8% del totale. Non illuda, tuttavia, la positività relativa di tale dato: dal report emerge infatti come gli italiani siano ancora molto frenati dal compiere con serenità transazioni sul web, leggere notizie, interagire proattivamente con gli altri utenti.
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Tra le pecche maggiori, l’analisi si sofferma sulla carenza di competenze digitali: pare infatti che ben il 37% dei cittadini italiani (dunque, oltre un terzo della popolazione) non utilizzi regolarmente Internet, e che il 63% restante si limita soprattutto a compiere poche attività complesse online. Per l’analisi, le scarse competenze digitali potrebbero a loro volta essere legate al basso livello di istruzione della popolazione italiana, con il nostro Paese che – non a caso – è solo 24mo nel livello di competenze di base.
Qualche passo in avanti viene invece fatto registrare sulla copertura delle reti di accesso di nuova generazione (NGA), con una estensione che è passata dal 36 per cento delle famiglie nel 2014 al 44 per cento nel 2015. Tuttavia, anche in questo caso non mancano gli ostacoli per la più convinta sottoscrizione di abbonamenti per la banda larga veloce: solo il 5,4 per cento del totale, che è limitato al 53 per cento delle famiglie. Per quanto concerne proprio la connettività, l’Italia è ventisettesima in classifica, con una buona diffusione della connessione Internet, ma una scarsa velocità media.
“I progressi dell’UE ci sono – ha in proposito affermato Günther H. Oettinger, Commissario responsabile per l’economia e la società digitale – ma sono troppo lenti. Non possiamo riposare sugli allori. Se vogliamo metterci al passo con Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud, dobbiamo darci da fare. Sulla base dell’indice pubblicato oggi, a maggio presenteremo raccomandazioni concrete per il miglioramento della performance nazionale degli Stati membri dell’UE. Sono certo che queste azioni, insieme con il nostro lavoro per creare un mercato unico digitale, consentiranno all’UE nel suo complesso e ai singoli Stati membri di compiere progressi molto più rapidi nei prossimi anni”.