Essere primi su Google: come fare?
Precisiamo sin da subito che questo contenuto sarà ampiamente provocatorio: essere primi su Google è un chiaro segnale di successo di un business, ma non è una missione che si conquista con uno schiocco di dita, né un obiettivo risolutivo per il successo di un’attività sul web. Innanzitutto perché non basta essere in prima posizione sul noto motore di ricerca per vendere “roba buona”. E poi perché arrivarci costa fatica, e ovviamente soldi. Ma cosa bisognerebbe fare, in teoria, per arrivare primi su Google?
Essere primi su Google: basta ottimizzare il sito web?
No, ovviamente. Nonostante molte agenzie di web marketing si vendano come un banditore da strada venderebbe la sua bacchetta magica, garantire la prima posizione sul noto motore di ricerca è una gustosissima bufala. Soprattutto perché non basta ottimizzare on-site un portale in chiave SEO, sennò tutti sarebbero primi su Google: un ossimoro bello e buono. In realtà gli algoritmi di Google pesano – e molto – il PageRank di un sito, sul quale interviene in modo deciso la quantità di link d’ingresso collezionati dal vostro portale. E per fare del link building di qualità, indovinate cosa serve? Ancora una volta pazienza. E soldi.
I social network sono utili in chiave posizionamento?
I social network possono diventare un ottimo fattore per collezionare traffico sul sito, per promuovere e per vendere servizi o prodotti, e per vivacizzare il blog. Ma hanno effettivamente un peso sull’essere primi su Google? Non proprio: i link che partono da social come Facebook sono “nofollow”, il che significa che Google non li considera per il calcolo della link popularity. Ma una attenta e ragionata strategia sui social può regalare tanto ad un sito, perché può aiutare la brand identity e far conoscere un portale o un marchio. Il segreto per essere primi su Google? Vendere prodotti di qualità, regalare un servizio utile alle persone, e soprattutto curare un blog che sia scritto per l’essere umano e non per gli algoritmi.