Pubblicità invasiva? Forse, ma l’ad blocking non cresce
Gli italiani pensano che la pubblicità online sia divenuta troppo invasiva ma, di contro, non sembra ricorrere in massa all’ad blocking, il blocco dei messaggi promozionali sui siti web mediante l’uso di applicazioni specifiche, la cui percentuale in Italia è rimasta sostanzialmente stabile.
Stando a quanto afferma comScore nella sua seconda rilevazione del fenomeno, gli utenti che usano un ad blocker su pc sono il 13 per cento del totale e del 15 per cento è la percentuale delle pagine filtrate. Ovvero, le stesse percentuali del semestre precedente. Peraltro, si tratta di dati la cui sostanza è confermata da altre due fonti del progetto: l’indagine tramite interviste condotta da Human Highway, che mira a quantificare gli utilizzatori dei blocker da tutti i dispositivi, mobile compresi, e le statistiche che invece provengono dalle concessionarie aderenti a Fcp-Assointernet.
In maniera più dettagliata, secondo l’indagine di Human Highway, la percentuale di utilizzatori da tutti i dispositivi sarebbe del 22,2 per cento, e dell’8 per cento solo sui cellulari (anche se, in verità, tale percentuale tiene conto di quegli utenti compresi che usano i blocker non su tutti i propri dispositivi, o che magari scelgono di usare i blocker su alcuni siti, lasciando che qualcuno mantenga le proprie inserzioni. Ecco dunque che la percentuale del 22,2 per cento, al netto di quanto sopra, può effettivamente essere ricondotta al 13 per cento, come indicato dal panel di comScore.
Ad integrazione di quanto sopra, si tenga anche conto come dall’indagine emerge che c’è un 11,2 per cento di intervistati che si dichiara possibilista nell’installare un’app o un’estensione di questo tipo nel prossimo futuro. Ma probabilmente a conquistare di più l’attenzione di inserzionisti e società di marketing è il fatto che sta crescendo la quota di utenti recuperabili, ovvero di coloro che si dichiarano disposti a rinunciare all’ad blocker a determinate condizioni: la quota è infatti passata dal 50,8 per cento di maggio al 56 per cento di novembre, mentre gli utenti irrecuperabili passano dal 18,8 per cento di maggio al 18,1 per cento di novembre.
Ma come si recuperano questi utenti? A rilevare sono la conoscenza del patto pubblicitario (42,7 per cento) ovvero del fatto che la pubblicità è fonte di finanziamento di contenuti gratuiti, e la possibilità di velocizzare i tempi di caricamento dei siti nonostante le pubblicità.