SEO e posizionamento: quali sono i falsi miti sulle keyword?
Siamo nel 2016 e sono ancora tantissime le aziende che cascano nel tranello delle keyword, teso da pseudo-web agency specializzate nel posizionamento su Google e abilissime a vendere fumo a chi è disposto a credere alle favole. E a pagare migliaia di euro per crederci. La verità, purtroppo, è che le keyword non solo non bastano ad ottenere un buon posizionamento sulle pagine di risultati dei motori di ricerca, ma rischiano di diventare un boomerang, se utilizzate in modo scorretto e ossessivo. Vediamo dunque quali sono i falsi miti sulle keyword.
Falsi miti sulle keyword: tutti primi su Google!
Innanzitutto smettetela di credere che esista qualcuno in grado di spararvi in orbita sulle prime posizioni dei motori di ricerca, semplicemente sfruttando le keyword: è una cosa che non esiste al mondo, e suona anche abbastanza ridicola. Bastassero le keyword, oggi avremmo 100.000 siti in lotta per le prime posizioni su Google. Le keyword sono infatti un buon sistema per comunicare ai search engine l’aderenza del nostro sito (o del nostro articolo) alle ricerche degli utenti, ma non servono a nulla se dietro non c’è un network in grado di contare su una eccellente link popularity.
Sotto con le keyword secondarie!
Uno dei peggiori falsi miti sulle keyword è la favola delle parole chiave secondarie: riempire il vostro articolo di decine di keyword secondarie, una più assurda dell’altra, non vi porterà alcun beneficio a livello di SEO e di posizionamento. Anzi, potrebbe rendere il vostro articolo illeggibile, brutto, robotico e stupido, soprattutto se ripeterete fino alla nausea queste keyword, andando contro la regola principale del web: leggibilità e creazione di interesse.
Io no spik English!
Chiudiamo con una credenza popolare davvero assurda: il pensiero che l’inserimento di keyword straniere possa farvi schizzare in alto solo perché – teoricamente – dovreste raggiungere le ricerche di un target molto, molto più ampio. Ebbene, chi vi consiglia questa strategia ignora del tutto il funzionamento di Google: il noto motore di ricerca, infatti, posiziona in modo diverso i siti in base al paese di chi cerca le keyword, privilegiando soprattutto i siti registrati nello stesso paese. Ed è per questo che se voi cercherete su Google la parola “keyword”, troverete soprattutto siti italiani.