Micro-influencer, la nuova tendenza del marketing
Si chiamano micro-influencer e, “inglesismi” a parte, sono tutte quelle persone che – per la loro competenza e conoscenza in uno specifico settore – possono vantare un’autorevolezza tale da divenire un sostanziale punto di riferimento per chi vuole “saperne di più” su quel determinato contesto, o vuole avere indicazioni di consumo o di servizio.
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La conoscenza acquisita per lavoro o per passione dai micro-influencer li rende particolarmente affidabili sul determinato tema di cui sono “esperti”, attribuendo loro una elevata reputazione che – naturalmente – non può che avere anche un valore economico.
In altri termini, il micro-influencer è spesso la chiave attraverso le quali è possibile orientare le abitudini di uso e di consumo degli utenti e, da questo punto di vista, non può che finire con l’essere preda ambita da tutte quelle aziende che desiderano intercettare – attraverso loro – dei target di utenti.
Ecco svelato perché, negli ultimi anni, si stia assistendo a sempre più ricorrenti campagne di marketing basate proprio su reti di micro-influencer in grado di condividere la stessa opinione su un servizio, o magari postano episodi di vita quotidiana sui social network in cui il protagonista è il prodotto.
Peraltro, a conferma della diffusione di questo fenomeno, non più tardi di qualche mese fa l’Authority per la concorrenza e il mercato, supportata dal Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, ha inviato una lettera di moral suasion ad alcuni dei principali influencer italiani e alle aziende da loro sponsorizzate, domandando loro di rendere riconoscibile e trasparente l’intento commerciale dei post eventualmente pubblicati.
Ma in che modo le aziende possono sfruttare la leva dei micro-influencer per le politiche commerciali? Naturalmente, il punto di partenza è rappresentato dalla definizione di appositi target da raggiungere, in maniera tale da definire una strategia, un budget, una tattica, degli indicatori di monitoraggio dei risultati. Successivamente, si procede all’individuazione del target e dei messaggi e contenuti da veicolare e, solo dopo, alla scelta dei micro-influencer più efficaci, a cominciare da quelli che sono spontaneamente connessi con l’azienda, e conoscono marchio e offerta.
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Peraltro, per poter agevolare l’individuazione degli influencer, ci sono diverse piattaforme che fanno incontrare domanda e offerta, dividendo i micro-influencer per temi, zone geografiche, numero di follower, e così via. Una tendenza che val la pena di monitorare con attenzione, poiché dallo sfruttamento di tale trend potrebbero scaturire interessanti benefit per le proprie politiche di marketing.