Shopping online, ecco le nuove regole pro-sicurezza della UE
Il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva le nuove regole per tutelare i consumatori impegnati nelle operazioni di shopping online. Nuove regole che, a ben vedere, sono in grado di trasferire maggiori poteri alle singole autorità nazionali per fermare le frodi, conferendo alle stesse la possibilità di poter fruire di azioni sinergiche coordinate per poter affrontare le violazioni transfrontaliere.
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D’altronde, il “recinto” su cui operare sembra essere ben ampio. Nel corso del 2014, ad esempio, era considerato fuori norma ben il 37% dei siti aventi ad oggetto acquisti o prenotazioni, e che al loro interno celavano una lunga serie di elementi evidentemente non in grado di rispettare le normative europee a tutela dei consumatori: si pensi alla promozione eccezionale di voli transfrontalieri da parte di compagnie aeree che tuttavia spariscono improvvisamente o – peggio – annullano i biglietti scontati senza preavviso, o ancora alla disponibilità di abbonamenti a lungo termine che in realtà sono celati dietro l’offerta di cercare di vincere un telefonino di ultima generazione a 1 euro.
Si pensi, ancora, alla presenza di venditori online che non consegnano i mobili prenotati e che cambiano sede più volte divenendo rapidamente irrintracciabili, o ancora a frodi effettuate direttamente sui mezzi di pagamento, con sottrazione dei dati di carte di credito & co.
Ebbene, al fine di scongiurare il continuo propagarsi di tali pregiudizi, il Parlamento Ue ha approvato in via definitiva le nuove regole europee che tutelano in maniera più efficace i consumatori da truffe sugli acquisti effettuati online. Presto approvato formalmente anche dai ministri Ue, il testo troverà dunque applicazione 2 anni dopo la sua entrata in vigore, mirando a colmare alcune lacune giuridiche e le difficoltà che derivano da 28 sistemi nazionali diversi.
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Ma cosa contiene il nuovo regolamento? Difficile cercare di sintetizzare l’elenco delle novità che impatteranno sul mondo dello shopping online. Si pensi però alla possibilità, concessa alle autorità nazionali, di disporre di maggiori poteri per poter fermare le truffe e le frodi online, o ancora alla possibilità di applicare con maggiore libertà sanzioni come ammende o penalità di mora, o informare i consumatori su come ottenere un risarcimento, richiedere informazioni ai gestori di registri di domini e alle banche per identificare i commercianti disonesti, e così via.
Prevista anche la possibilità di “sostituirsi” ai consumatori, andando ad acquistare beni o servizi per testare il rispetto delle norme da parte dei siti web, o imporre ai gestori la visualizzazione di un’avvertenza rivolta ai consumatori, o ulteriormente ordinare al provider di rimuovere il contenuto digitale o di limitare l’accesso allo stesso. Ma sarà sufficiente?