Web marketing: trasparenza per catturare i nuovi utenti web

Nessun commento in web marketing da Redazione Onangel

Il “vero” comandamento del web marketing? Applicare i concetti di semplicità, chiarezza e intuitività alla propria offerta online, considerando che tantissimi italiani non accedono ancora al web, ma presto lo faranno. E quale migliore occasione di accogliere tale nuova popolazione internauta con una proposta trasparente e convincente?

Stando a quanto afferma una recente ricerca compiuta dall’Istat, oggi un terzo delle famiglie non ha un accesso al web, e sono ancora troppo pochi gli italiani che possono disporre di competenze digitali. Un duplice malus, considerato che – ricorda il presidente dell’Istat Giorgio Alleva, non avere competenze digitali è “ormai equivalente a una sorta di esclusione sociale, e anche dal punto di vista della competitività del paese, è un tema straordinariamente rilevante per la sua capacità di incidere sulla propensione all’innovazione e la produttività”.

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Il problema sollevato da Alleva non è solamente indirizzato alla scarsa presenza delle famiglie italiani sul web, quanto anche da una timida proposizione da parte delle imprese che, nonostante il riconoscimento dei vantaggi del digitale, sono oggi poco attente al comparto. E così, se è vero che il 70,7% delle imprese ha un proprio sito web, solo poco più di un terzo lo usa per offrire servizi più avanzati come quelli legati alla tracciabilità delle ordinazioni on line o alla personalizzazione di contenuti e prodotti. Come se non bastasse, l’osservazione dell’Istituto di Statistica precisa come solo il 12,8% delle imprese permette ai visitatori del sito di effettuare on line ordinazioni o prenotazioni dei propri prodotti (11,5% nel 2014).

Meglio va, ma solo limitatamente, alla diffusione della fatturazione elettronica, diventata obbligatoria nei rapporti con le Pa. Rispetto al 2014, aumentano le imprese che dichiarano di inviare fatture elettroniche processabili automaticamente (da 5,4% a 15,5%) e si riducono quelle che effettuano esclusivamente invii cartacei (da 8,2% a 5,7%).

Tornando invece alle famiglie italiane, l’analisi Istat sottolinea come lo shopping on line per moltissimi navigatori italiani sia ancora un mistero. L’Italia appare ancora lontana dagli obiettivi europei 2015 che fissano al 33% la quota di Pmi che hanno effettuato vendite online nell’anno precedente per almeno l’1% del fatturato totale e al 50% la quota di popolazione di 16-74 anni che ha fatto acquisti online negli ultimi 12 mesi. Ebbene, entrambi gli indicatori per l’Italia sono oggi molto al di sotto: il 6,5% e il 26%.

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