Facebook Storie arriva in tutto il mondo, Snapchat crolla in borsa
Facebook Storie è ora realtà per tutti gli utenti del mondo: nelle ultime settimane, la funzionalità che permette di condividere video e foto temporanei che spariscono dalla bacheca dopo 24 ore era stata lanciata in versione test in diversi Paesi, tra cui anche l’Italia. Ora da Menlo Park hanno deciso di rendere la funzione definitiva e disponibile per gli utenti di tutto il globo.
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Facebook Storie: versione Mobile
Per adesso, Facebook Storie – o Facebook Stories in lingua originale – sarà disponibile nella versione per smartphone, utilizzabile da tutti gli utenti Android e iOs, che sono oltre 1 miliardo. L’impressione è che Zuckerberg voglia, in quel modo, perseguire un duplice obiettivo che, da diverso tempo, ha dimostrato di tenere particolarmente a cuore: aumentare l’appeal che la sua piattaforma esercita sulle nuove generazioni di Millenials e, allo stesso tempo, ridimensionare l’ascesa di Snapchat, il social pionieristico che, per primo, aveva concepito la possibilità dei media temporanei.
Guerra a Snapchat?
Un approccio che, a giudicare dalle segnalazioni di Wall Street, sembra abbia già sortito i primi effetti: il social del fantasmino, infatti, all’uscita della notizia ha registrato perdite fino al 7% in borsa per poi attestarsi sul -3,58% di fine giornata.
D’altra parte, lo stesso Zuckerberg aveva provato a impossessarsi di Snapchat nel 2014, vedendosi però rispedire al mittente una proposta da 3 miliardi di dollari. Da lì a poco, la società dei video a scadenza si era quotata a Wall Street, inaugurando una significativa parabola crescente.
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Le funzionalità di Facebook Storie
La funzionalità Storie sarà disponibile su Facebook ma anche su Instagram e WhatsApp, le altre due piattaforme di punta della società Facebook Inc. ma i contenuti non saranno condivisibili nello stesso tempo sulle diverse piattaforme.
Una risorsa fondamentale anche dal punto di vista dell’advertising: si prevede infatti una nuova migrazione di investimenti in campagne pay per click da Google a Facebook, con Big G. che, negli ultimi mesi, sta perdendo terreno in maniera consistente nel quasi bipolio pubblicitario online.