Sconti sull’RCA se su Facebook sembri affidabile: FB dice no
Sembrerebbe l’incipit di un racconto distopico alla William Gibson, invece è tutto vero: la società britannica Admiral, una delle principali compagnie assicurative del Paese, ha varato un algoritmo in grado di assegnare ‘punti affidabilità’ ai propri clienti, in base ai quali concedere – o meno – uno sconto sulla polizza auto o moto. Come acquisire punti? Concedendo all’algoritmo di analizzare il proprio profilo Facebook.
LEGGI ANCHE: Facebook ha aiutato Trump a vincere le elezioni?
La proposta, rivolta ai neopatentati sudditi della Regina, prevede che l’azienda potesse prendere visione del profilo personale degli aspiranti assicurandi, valutando in base a parametri come l’ortografia e lo stile di scrittura dei post, il grado di responsabilità dell’utente.
L’algoritmo
L’algoritmo varato dalla Admiral è in grado di scansionare semanticamente post, commenti e like degli utenti, stabilendo un rating relativo a organizzazione e coscienziosità del soggetto. In base a tale valutazione, la compagnia è in grado di contabilizzare – oppure no – uno sconto fino a 350 sterline.
Il funzionamento dell’algoritmo è piuttosto cervellotico; ad esempio, un utente che è solito utilizzare spesso i punti esclamativi sarebbe, secondo il sistema sviluppato dalla società, poco affidabile, più incline all’esaltazione, insomma, meno assicurabile. Viceversa, un profilo caratterizzato da post equilibrati, dettagliati, ben scritti, sarebbe sintomatico di personalità avveduta e, dunque, bene assicurabile. Allo stesso modo, i like sparsi sulle varie pagine e sui numerosi post della bacheca, si fanno misuratori degli interessi e delle passioni degli esaminati e, di conseguenza, testimonianze utilissime per tracciare… un profilo del profilo. La considerazione globale di ognuno dei parametri permette il calcolo finale dello sconto.
Facebook si oppone
Da Menlo Park, la reazione è stata di totale chiusura. Secondo il management di Facebook, un sistema simile viola le linee guida generali del social network e l’idea di utilizzare i profili privati della gente per valutarne attitudini e inclinazioni non può essere avallata.
LEGGI ANCHE: Facebook Take a Break: altolà spione!
Quanto vale la privacy?
La questione è, in realtà, molto complessa. Il tema della privacy legata all’utilizzo di social network e, in generale, del web, resta di assoluta emergenza. In che modo si può gestire la sfera privata di un utente che sceglie deliberatamente di essere giudicato attraverso la rete? Dove finiscono i doveri delle specifiche piattaforme e dove iniziano quelli dell’utente? Quanto vale, davvero, quantitativamente, la nostra privacy? Secondo Admiral, verrebbe da dire, fino a 350 sterline.