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Cloaking e Black Hat: scopriamo questa tecnica penalizzante

Nessun commento in web marketing da Redazione Onangel

Studiare e informarsi per conoscere ciò che è permesso, e ciò che non lo è: il cloaking fa esattamente parte di quell’insieme di tecniche di black hat SEO che non sono ammesse da Google e che, in caso di presenza sul vostro sito web, portano ad una quasi matematica penalizzazione in fase di posizionamento da parte del noto motore di ricerca. Ecco perché oggi vedremo cos’è il cloaking, come funziona e quali sono le conseguenze negative che potrebbe eventualmente provocare alla vostra attività online.

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Cos’è il Cloaking?

Il cloaking è una tecnica black hat SEO che ha il compito di far visualizzare agli utenti una pagina costruita in un certo modo, ed una versione alternativa completamente diversa, quando la suddetta pagina diviene oggetto d’esame dei robots di Google, i quali scandagliano quotidianamente la rete per indicizzare un contenuto e successivamente per posizionarlo in base a keyword e altri fattori. Una tecnica di cloaking, ad esempio, consiste nel creare una versione di una pagina piena di keyword specifiche, altrimenti assenti nella versione visualizzata dagli utenti.

Come funziona il Cloaking?

Il funzionamento del cloaking avviene a livello di codice: esistono infatti dei metodi per “attivare” la versione alternativa di una pagina quando essa viene controllata dai motori di ricerca come Google. Generalmente la suddetta funzione nasce per consentire la visualizzazione di una pagina in una lingua straniera, nel caso l’utente che la visiti sia francese, inglese e via discorrendo: in questi casi è utile perché genera un valore per gli utenti, mentre nel caso sopra menzionato è solamente un metodo per forzare i motori di ricerca con una tecnica considerata illegale.

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Cosa succede utilizzando il Cloaking?

Il cloaking è sempre un metodo per ottenere una penalizzazione quasi certa da parte di Google, che non ama questa tecnica e anzi la include all’interno delle strategie di black hat SEO. Le vostre intenzioni potrebbero essere buone, ma effettuare una cosa del genere vi espone sempre al rischio di venire etichettati da Google come “truffatori”: cosa che potrebbe portare il vostro sito sulla black list del motore di ricerca, facendovi sparire dalla SERP.

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