Digital Economy: Italia sotto la media Ocse (ma non mancano le buone notizie)
L’Italia non è certamente tra le migliori performer d’Europa per quanto concerne la Digital Economy, ma qualcosa comunque si sta muovendo anche nel nostro Paese. A sostenerlo è il quadro che emerge dal report Digital Economy Outlook 2017 condotto dall’Ocse, secondo cui l’Italia rimarrebbe ancora indietro rispetto ad alcune grandi questioni come la diffusione della banda larga e l’utilizzo del cloud computing. Tuttavia – precisa altresì l’analisi – qualcosa si sta muovendo, grazie anche al piano Industria 4.0 voluto dal governo proprio per poter contribuire a una più veloce digitalizzazione della produzione di beni e servizi.
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In tale ambito, l’Ocse si sofferma poi nel precisare quanto sia e sia stato importante il ruolo delle startup innovative anche in Italia, dove è stato creato un apposito meccanismo di finanziamento agevolato per le neoimprese, il Fondo di garanzia, utile per poter cercare i primi capitali sul mercato. Ancora, l’organizzazione sottolinea come la trasformazione digitale si stia sviluppando su due pilastri in parallelo: la digitalizzazione e la connessione, con un cambiamento graduale ma non lento dal 2007 ad oggi.
Ulteriormente, dal report emerge come ad oggi come media dei 35 Paesi dell’area Ocse, otto persone su dieci utilizzano internet, con una percentuale che però scende di quasi 10 punti se guardiamo ai soli confini italiani, dove il 90% dei cittadini sotto i 24 anni lo usa regolarmente, contro un 60% di popolazione tra i 55 e i 74 anni che non lo utilizza affatto. Proprio in relazione alla fetta di popolazione più giovane, l’Italia si conferma tra i pochi paesi a non raggiungere il 100% della distribuzione di internet tra gli under 24.
Spostandoci poi al cloud computing, emerge come solo un terzo della popolazione italiana utilizzi tali soluzioni, e come solo l’8% ha partecipato ad un corso online, a fronte di una media Ocse del 10%. Nel campo del cloud, l’Italia è dunque un po’ al di sotto la media Ocse: 20%, due punti percentuali in meno rispetto agli altri Paesi.
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Vi è però l’evidenza di una grande differenze tra le Pmi e le grandi imprese, considerato che un’impresa su due di quelle con oltre 250 impiegati usa soluzioni cloud. Secondo il rapporto, infine, l’ostacolo freno maggiore nell’uso del cloud per le imprese italiane è dovuto per oltre il 40% delle imprese alle difficoltà nel cambiare il provider dei propri servizi internet, mentre il 20% lamenta problemi di sicurezza nei propri sistemi digitali.