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Marketing digitale e lavoro: così il web cambierà le aziende

Nessun commento in web marketing da Redazione Onangel

Il marketing digitale? Piace a tutti e tutti vorrebbero avere a che fare con tale tema in modo più specifico e finalizzato al risultato. Eppure, non sono poi tante le organizzazioni (aziendali, e non solo) che si sono attrezzate in maniera adeguata per poter fronteggiare le nuove sfide che il futuro del marketing sta ponendo. A conferma di ciò, un recente report da parte del Polimi, che disegna un quadro non particolarmente confortante su come le imprese italiane si stiano accingendo ad affrontare le novità.

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Il dossier HR Innovation

Secondo lo studio condotto dall’Osservatorio HR Innovation, su un campione di più di 170 manager di risorse umane di medie – grandi aziende italiane, il 47% degli intervistati afferma che nei prossimi 2 anni la trasformazione digitale genererà una richiesta di nuovo personale.

Tuttavia, a fronte di questa buona consapevolezza, c’è un problema di fondo: gli stessi manager prevedono infatti una crisi di competenze piuttosto acclarata, tanto che ben il 97% dei referenti per le risorse umane ritiene che sarà necessario adeguare le skill dell’organico aziendale (per il 69% di tutte le persone, per il 28% solo di alcuni).

I lavoratori, intanto, non vedono alcun impatto imminente: per il 55% di loro i cambiamenti sul proprio lavoro, o l’azzeramento del proprio lavoro per merito o per colpa della digitalizzazione, avverrà comunque entro 10 anni.

Una partita molto ampia

Il report sottolinea inoltre che la partita per le risorse umane e per il marketing digitale e la digitalizzazione non riguarda solamente il supporto dell’organizzazione, quanto anche la modifica dei processi utilizzati, che dovranno fruire di più cloud, mobile, social e analytics.

Lo studio afferma infine che attualmente l’utilizzo in almeno un processo degli elementi di cui sopra sarebbe limitato a una minoranza (22%), ma alcuni di questi ambiti sarebbero comunque già ben sviluppati, con i social fruiti dal 68% delle aziende per almeno un processo delle risorse umane.

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Infine, l’Osservatorio sottolinea come tra le principali priorità dei referenti delle risorse umane stia acquistando sempre più importanza quella di attrarre e di trattenere talenti, in particolare mediante apposite politiche di employment branding, già attuata dal 48% delle aziende, cui andrà ad aggiungersi un altro 16% per il 2017. Per ricercare i candidati, i canali più utilizzati rimangono le segnalazioni (83%), i social network professionali (81%), le agenzie di lavoro (76%), i corporate career site (76%), le società di ricerca e di selezione (76%).

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