Marketing, solo il 5% dei professionisti usa bene i dati dei clienti
In un panorama digitale sempre più complesso e concorrenziale, è quasi sorprendente scoprire che – secondo una recente ricerca di Rocket Fuel – solamente il 5% dei professionisti del Vecchio Continente utilizza in maniera efficace i dati dei clienti, sottovalutando, forse, che sono proprio le rilevazioni sugli utenti a costituire il bacino informativo più importante di cui possano disporre, poiché permettere loro di capire al meglio i bisogni del proprio target, le caratteristiche, il comportamento.
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Più nel dettaglio, la ricerca di Rocket Fuel ha svelato come i marketer ritengano l’analisi dei dati (88%) e la loro gestione (81%) come un elemento fondamentale per il proprio successo. Tuttavia, nonostante l’intuizione che i dati dei clienti e la loro gestione rappresentano un essenziale punto di partenza per il successo di una politica di marketing, sembra che molto rimanga ancora da fare per poter permettere ai professionisti europei di poter raggiungere un engangement più smart ed efficiente del pubblico, attivando magari i dati che provengono da molteplici canali, e utilizzandoli in maniera sinergica e in grado di determinare l’ambito valore aggiunto.
Insomma, tanto rimane da fare per poter garantire una piena e corretta consapevolezza determinata e derivante dallo sfruttamento dei dati c.d. “first party”, cogliendo le migliori opportunità che discendono da una maggiore e ottimizzata integrazione, in un’unica piattaforma di marketing, di tutti i dati che sono veicolati attraverso i vari canali aziendali, come il sito web, i programmi di fidelizzazione della propria clientela, il CRM, l’email marketing e tanto antro ancora.
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Solo la fruizione efficiente di tali dati permette infatti ai professionisti del marketing di poter formulare una azione ragionata sulla base di approfondita intelligence della propria clientela. Il che, in fin dei conti, si traduce nel veicolare e “leggere” milioni di diversi dati, demografici, comportamentali, contestuali, e non solo. Uno sforzo non certo irrilevante, ma fondamentale per poter conoscere meglio il cliente, e calcolare la probabilità che il target possa compiere l’azione di marketing desiderata, raggiungendo magari la clientela nel momento in cui questa è più favorevole all’acquisto.