La follia di Pokemon Go: i 5 fatti più pazzi nel mondo
Follia è probabilmente il termine più adatto per descrivere la febbre da Pokemon Go che ha contagiato il mondo intero, a tutte le latitudini. La realtà aumentata si è presa gli spazi fisici e, insieme ad essi, anche una buona parte della razionalità degli utenti. Dalla Nuova Zelanda a Central Park, ecco una rassegna dei 5 episodi più incredibili che si sono verificati nel mondo a causa del boom del fenomeno Pokemon Go.
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1. “Mi licenzio e vado a pokemon”
Tom Currie, barista 24enne dell’Hibiscus Coast Cafe, vicino Auckland, ha rassegnato le proprie dimissioni per cambiare vita. La sua ambizione l’avete già intuita da voi: andare a caccia di pokemon, girovagando per la sua Nuova Zelanda. Laconico il commento di suo padre, espresso tramite SMS: “ho sempre saputo che un giorno saresti diventato famoso” ha scritto l’uomo in un sms inviato al figlio.
2. Cerca pokemon, trova un cadavere
Shayla Wiggins è una 19enne del Wyoming, anche lei utente di Pokemon Go. Lo scorso 8 luglio la giovane si è avventurata per le campagne del posto, spingendosi a ridosso del fiume alla ricerca di pokemon d’acqua. Ciò che ha trovato, invece, è stato decisamente più sconvolgente: il corpo di un uomo annegato e rigettato dalle correnti.
3. Central Park sotto assedio: a caccia di Vaporeon
Vaporeon è un pokemon molto ambito dai cacciatori. Alla notizia secondo cui il raro animale acquatico fosse stato rivenuto nei pressi di Central Park, gli appassionati hanno dato il via a momenti di vera e propria follia: traffico in tlit, gente che abbandonava le vetture nell’ingorgo, folla in fermento e congestione del parco.
4. Auschwitz-Birkenau diventa una ludoteca
La mappatura di pokemon e palestre segue una logica che forse a noi non è dato comprendere. Fatto sta che non esistono luoghi off-limits per i cacciatori di mostriciattoli. Una verità a cui non è immune nemmeno un luogo tanto evocativo e, in qualche modo, solenne come Auschwitz-Birkenau, in Polonia. La situazione è degenerata nel giro di pochi giorni, al punto che Bartosz Baryzel, portavoce del memoriale, si è sentito in dovere di intervenire per ricordare che “l’ex campo di concentramento e di sterminio è soprattutto un luogo della memoria, di riflessione e di preghiera”. Decine di visitatori, infatti, si sono avventurati nel corsi degli ultimi giorni alla ricerca di prede cui scagliare addosso una sfera pokè.
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5. I pokemon spostano gli equilibri del web: YouPorn si congratula
Il 10 luglio del 2016 è una data che rimarrà impressa nella storia di internet come il giorno in cui un gruppo di animaletti abbatté i giganti della rete. Già, perché in quella data, fa sapere la compagnia Slice Intelligence, il gioco di realtà aumentata ha generato, da solo, il 47% dei ricavi dell’e-commerce tramite mobile.
Ma non finisce qui: analizzando i volumi di traffico e trend della rete scopriamo un’altra impresa firmata Pokemon Go: surclassare Facebook, SnapChat, Twitter e l’intero mercato del porno per numero di utenti connessi. Un trionfo che non ha lasciato indifferente, se si pensa che YouPorn si è sentito in dovere di rendere omaggio alla Nintendo tramite il proprio profilo ufficiale Twitter.
Pokemon Go e web marketing: che lezione trarre
E se Pokemon Go fosse l’anticamera di un nuovo modo di guardare al web e alle sue logiche? Se la geo-localizzazione diventasse sempre più una discriminante anche per le ricerche di rete? La realtà aumentata non è stata inventata dagli ideatori del videogioco ma è grazie ad essi che ha raggiunto una diffusione mainstream e che abbiamo iniziato a intravederne le reali potenzialità.
Ora diventa lecito interrogarsi in modo più risoluto sulle infinite possibili implicazioni apportate da un’integrazione costante e sempre più sovrapposta di fisico e virtuale. Forse tra qualche mese verranno lanciate campagne incentrate su buoni sconto nascosti nel municipio della città, coupon nelle piazze, 2X1 nelle chiese.
Forse presto andremo a fare shopping con lo smartphone e proveremo abiti che non hanno consistenza; selezioneremo l’arredamento di casa proiettandolo su mura ancora sguarnite; sceglieremo dove andare a mangiare o trascorrere le vacanze teletrasportando il nostro avatar ovunque ci occorra. O forse Pokemon Go è soltanto un gioco e andrebbe considerato come tale: eventualità, però, decisamente troppo miope.