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Filter Bubble: Google mostra risultati personalizzati anche in navigazione anonima

Nessun commento in web marketing da Redazione Onangel

Hai mai sentito parlare di Filter Bubble? Si intende, letteralmente, una bolla di filtraggio che viene utilizzata da BigG per fornire ad ogni utente risultati personalizzati ogni volta che compie delle ricerche su Google con qualsiasi parole chiave.
Ebbene, notizia degli ultimi giorni vuole che Google utilizzi questa “bolla” anche in caso di navigazione anonima dell’utente o senza che questo abbia precedentemente effettuato il log in al proprio account Gmail. Lo rivela uno studio di DuckDuckGo, un motore di ricerca sempre statunitense, eterno rivale di BigG. Sarà vero? Cerchiamo intanto di definire in modo specifico cos’è la Filter Bubble e perché riguarda tutti noi.

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Cos’è la Filter Bubble?

Per capire cosa effettivamente sia la Filter Bubble, immagina di fare qualsiasi ricerca su Google, anche la più disparata. Ebbene, nel momento in cui cerchi un oggetto, un sito, un blog, BigG immagazzina tutta la tua storia online, i siti che visiti e quello che vedi per proporti ogni volta risultati affini ai tuoi gusti o a quello che cerchi maggiormente. Se ci pensi, lo fa anche Amazon nel momento in cui ti ripropone prodotti simili a quelli che hai già cercato o acquistato, e lo stesso Facebook che ti mostra in tempo reale pubblicità particolarmente attinenti ai tuoi gusti ed interessi.
Ebbene, la Filter Bubble è proprio questo: una bolla, una gabbia dove i grandi motori di ricerca o le grandi aziende raccolgono tutto quello che quotidianamente cerchi in rete per proporti nuovamente risultati più mirati sulla base delle precedenti esperienze di navigazione.

Qual è la novità di DuckDuckGo sul Filter Bubble?

DuckDuckGo, celebre motore di ricerca competitor di Google negli Stati Uniti, ha reso noto uno studio che dimostra come BigG usi allo stesso modo la Filter Bubble, anche nel momento in cui un utente naviga senza identificarsi, cioè in incognito o senza aver effettuato il login al proprio account Gmail. Di conseguenza, secondo questi, Google continua a manipolare i dati personali degli utenti senza prestare nessuna attenzione al fattore privacy.
Ma come hanno fatto a dimostrarlo?
L’azienda ha studiato le ricerche di 87 soggetti (76 effettuate tramite pc, le restanti con mobile). Lo scorso giugno, questi hanno cercato su Google parole quali “vaccinazione” “immigrazione” e così via. In tutti i casi, effettuati in navigazione anonima e senza login su account Gmail, i risultati di ricerca sono stati differenti e mai in nessun modo simili o analoghi ad altri. Ciò cosa vuol dire? Vuol dire che ogni risultato era praticamente personalizzato sulla base delle esperienze di navigazione precedenti dell’utente.
Insomma, la profilazione degli utenti da parte di BigG arriva ovunque e non guarda in faccia il fattore privacy. Di fatti, secondo sempre DuckDuckGo, durante la ricerca in navigazione anonima, l’azienda prende in considerazione gli indirizzi IP e il fingerprinting del browser.

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E per quanto riguarda i box notizie e video?

Tralasciando la home, anche nei box notizie e video pare che accada la stessa situazione. Di fatti, per la query “gun control” 75 persone su 76 hanno comunque ottenuto risultati diversi e personalizzati sulla propria SERP, sempre in navigazione anonima e senza login.
Una notizia che lascia perplessi e che comunque ancora fa riflettere in termini di rispetto della privacy da parte dei più grandi colossi del mondo digitale.

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