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Google+ chiude: la storia di un fallimento annunciato

Nessun commento in social media da Redazione Onangel

Ebbene sì, Google + chiude. Sebbene la notizia era stata annunciata già da tempo, è da pochi giorni la conferma di ciò che era già nell’aria: dal 2 Aprile di quest’anno, infatti, il social di Big G cesserà ufficialmente di esistere e cancellerà via via tutti i materiali caricati dall’utente nel propri profili.
Ma cosa si cela dietro uno dei più grandi fallimenti della società di Mountain View? Tra ipotesi e supposizioni, cerchiamo di fare il punto della situazione.

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Google+ chiude: perché?

È l’8 Ottobre del 2018 quando Google annuncia di voler ufficialmente porre fine all’esistenza del social Google+, nato nel 2011 e presentato in pompa magna dal fondatore Larry Page come uno dei papabili e più efferati concorrenti di Facebook. Non a caso, durante la presentazione della piattaforma, erano già stati dichiarati 10 milioni di iscritti a sole due settimane dal lancio.
All’inizio, Google ha cercato di convincere gli utenti a iscriversi sui social promettendo una serie di benefici, anche da un punto di vista di visibilità in rete di un sito web. In principio, ad esempio, venivano mostrati i post di G+ anche sul motore di ricerca, venne integrato Google+ con le Local Search, e per un certo periodo si provò anche a rimpiazzare il moderno Google My Business con la stessa piattaforma.
Tuttavia, il declino di Google+ è divenuto comunque rapido ed inevitabile, non a caso la stessa azienda ha cominciato via via a non spingere più sul proprio social. I motivi di ciò? Alcuni parlano di a scarsi utenti attivi e altri di una serie di falle di sicurezza successivamente scoperte.

Google + chiude: la falla di sicurezza

Nei primi mesi dello scorso anno, fu dato il via ad un’indagine interna chiamata Project Strobe, per individuare eventuali falle e vulnerabilità nell’accesso degli sviluppatori di terze parti agli account di G+ e a quelli dei dispositivi Android.
Si scoprì che qualche problema effettivamente c’era: un bug, infatti, aveva esposto i dati di oltre 500.000 utenti ad applicazioni di terze parti. Per provare a capire meglio il problema, immagina di doverti iscrivere per la prima volta su Google+. Sicuramente dovrai compilare una serie di campi tra cui nome, numero di telefono e così via. Fatto ciò, potrai aumentare la tua cerchia di amici e i tuoi contatti. Ebbene, il problema stava proprio qui. Se un utente tuo amico e nella tua cerchia avesse deciso di connettersi ad un’altra app da Google+, molto probabilmente avrebbe esposto anche i tuoi dati alla stessa app in cui si è connesso. Nonostante la società abbia garantito che la falla non riguardasse dati sensibili, rimaneva comunque un problema di fondo: perché Google ha deciso di non dire nulla e di non sollevare il problema con i suoi utenti?

Google+ chiude: un fallimento recidivo

Tra le altre cose, la chiusura di Google+ segue altri fallimenti in termini social da parte della società di Larry Page e Sergey Brin. Già in passato erano stati introdotti dei prototipi di piattaforme social come Orkut nel 2004 e Google Buzz nel 2010, tutti rivelatasi poi degli insuccessi clamorosi.

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Google+ chiude: come salvare i propri contenuti

Come detto all’inizio, con la chiusura di Google+ anche tutti i contenuti caricati andranno persi. Per salvarli, dovete accedere al vostro profilo G+ e cliccare al servizio Takeout. Dopo andate su Crea Archivio per generare uno spazio apposito e successivamente potete scegliere se scaricare direttamente i vari file oppure ricevere il link del download tramite email. Il tutto entro il 2 Aprile.

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